Cosa studia Elena sorella di Giulia Cecchettin: cosa fa e dove vive

Elena Cecchettin è la sorella di Giulia, la studentessa di 22 anni morta per mano dell’ex fidanzato Filippo Turetta; un anno fa invece a venire a mancare è stata la madre a causa di una malattia. Elena Cecchettin ha 24 anni. Cosa fa nella vita Elena e dove vive?

La vita di Elena Cecchettin

Sappiamo dal padre di Elena, Gino Cecchettin, che dopo i funerali della sorella, Elena ha ripreso a studiare ed è tornata in Austria, a Vienna dove vive attualmente e dove lavora.

Di preciso non sappiamo cosa facci anella vita, si parla però di studi di Giurisprudenza.

Elena è una giovane donna coraggiosa e determinata che, dopo la morte della sorella Giulia, ha deciso di dedicarsi alla lotta contro la violenza sulle donne. La sua storia è un esempio di speranza e di resilienza.

Elena e la lettera per non dimenticare mai Giulia

La lettera inviata al corriere della sera:

Turetta viene spesso definito come mostro, invece mostro non è. Un mostro è un’eccezione, una persona esterna alla società, una persona della quale la società non deve prendersi la responsabilità. E invece la responsabilità c’è. I «mostri» non sono malati, sono figli sani del patriarcato, della cultura dello stupro. La cultura dello stupro è ciò che legittima ogni comportamento che va a ledere la figura della donna, a partire dalle cose a cui talvolta non viene nemmeno data importanza ma che di importanza ne hanno eccome, come il controllo, la possessività, il catcalling. Ogni uomo viene privilegiato da questa cultura.
Viene spesso detto «non tutti gli uomini». Tutti gli uomini no, ma sono sempre uomini. Nessun uomo è buono se non fa nulla per smantellare la società che li privilegia tanto. È responsabilità degli uomini in questa società patriarcale dato il loro privilegio e il loro potere, educare e richiamare amici e colleghi non appena sentano il minimo accenno di violenza sessista. Ditelo a quell’amico che controlla la propria ragazza, ditelo a quel collega che fa catcalling alle passanti, rendetevi ostili a comportamenti del genere accettati dalla società, che non sono altro che il preludio del femminicidio.
Il femminicidio è un omicidio di Stato, perché lo Stato non ci tutela, perché non ci protegge. Il femminicidio non è un delitto passionale, è un delitto di potere. Serve un’educazione sessuale e affettiva capillare, serve insegnare che l’ amore non è possesso. Bisogna finanziare i centri antiviolenza e bisogna dare la possibilità di chiedere aiuto a chi ne ha bisogno. Per Giulia non fate un minuto di silenzio, per Giulia bruciate tutto.

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