Cosa fare prima e dopo un trapianto di capelli

Le domande più comuni delle persone colpite dalla calvizie riguardano anche l’eventualità di fare un trapianto di capelli, vale a dire quali regole seguire e quali accorgimenti prendere prima di sottoporsi a questo tipo di intervento, nonché i consigli per il dopo-trapianto.

Per saperne di più, ecco i consigli dell’Istituto Helvetico Sanders sul prima e dopo il trapianto di capelli, basati sull’esperienza raggiunta in oltre 30 anni di trattamenti anti-caduta e trapianti.

Come riconoscere i tipi di calvizie

Prima di procedere, è fondamentale sapere da quale tipo di calvizie si è affetti, poiché ne esistono molti tipi diversi e ogni persona è diversa, perciò si potrà intervenire solo dopo aver appurato la causa della calvizie e il livello di gravità della stessa.

Anzitutto, c’è molta differenza fra una caduta fisiologica dei capelli e una patologica: se il ciclo di vita del capello si è accorciato e se si nota un notevole effluvio (cioè la caduta di una notevole quantità di capelli), può trattarsi di calvizie.

L’alopecia precoce è quella che colpisce il 20% dei giovani di circa 20 anni e spesso è correlata all’alopecia androgenetica, che è ereditaria.

I fattori genetico-ormonali sono quelli che influiscono di più sulla caduta dei capelli, di conseguenza sono moltissimi gli uomini che, a un certo punto, si trovano ad affrontare questo problema. Per questo sono sempre più numerose le persone che decidono di effettuare un trapianto di capelli per ritornare ad avere una chioma fluente e sana; secondo le statistiche più recenti, sarebbero 100.000 in Italia ad aver fatto un trapianto di capelli (in un anno) e oltre 2 milioni i pazienti nel mondo (sommando trapianti e trattamenti).

Quando si verifica un accumulo di sebo, può avvenire la formazione del’androstenedione, un fattore che contrasta la crescita e lo sviluppo dei capelli, e questo può provocare l’alopecia seborroica, caratterizzata appunto dalla notevole presenza di forfora grassa che ostruisce i follicoli e ostacola il ciclo di vita del capello.

Per individuare il tipo di alopecia da cui si è colpiti è necessario effettuare un test del capello che analizzi i differenti geni che sono determinanti nello sviluppo della calvizie.

Tutto questo è utile per isolare specificamente quelle mutazioni associate ad un aumentato fattore di rischio e quindi permette di agire preventivamente per limitare l’azione dell’alopecia.

Il trapianto di capelli dà risultati duraturi?

 Va detto che non tutte le soluzioni portano ai medesimi risultati, quando si tratta di contrastare la calvizie. Qui spieghiamo in cosa consiste il protocollo SMART FUE seguito dall’Istituto Helvetico Sanders: si tratta di un innovativo intervento di autotrapianto che affianca alla tecnica FUE, utilizzata per l’estrazione dei follicoli, il sistema di impianto DHI (Direct Hair Implantation), con cui le unità follicolari vengono reimpiantate direttamente sul cuoio capelluto.

In questo modo l’attecchimento dei follicoli avviene con percentuali molto maggiori e i risultati ottenuti sono duraturi e di grande naturalezza.

Prima del trapianto, dunque, il paziente deve conoscere qual è la sua attuale condizione (anche in base alla classificazione nota come scala Norwood) e sapere cosa è possibile fare per tornare ad accarezzare i propri capelli.

Cosa avviene dopo il trapianto di capelli

 Il monitoraggio è essenziale per massimizzare i risultati, perciò le azioni di contrasto alla calvizie non terminano con il trapianto. I controlli periodici, di solito mensili, consentono di verificare se la ricrescita dei capelli sta avvenendo nel modo corretto, rispettando i propri ritmi biologici. Solo un controllo continuativo consente di raggiungere l’obiettivo, cioè di avere una capigliatura sana e robusta, ritrovando così anche la fiducia in se stessi.


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